martedì 21 marzo 2006

MODA & MODI: Casalinga in boy-shorts

Teri Hatcher

Coprenti, leggermente contenitive e più che mai tentatrici. Chi l'ha detto che le mutande a calzoncino devono essere per forza spartane, deprimenti, ordinarie, respingenti? Questa sarà la stagione delle natiche oscurate, ma non per questo meno attraenti, anzi. Nei negozi di biancheria intima, dalle catene ai monomarca più esclusivi, sono già da tempo esposti i protagonisti della nostra estate perfidamente pudica: culotte e boy-shorts. Tanga e perizoma in caduta verticale, arriva l'intimo discreto.
Come la rediviva sottoveste, le mutande che coprono completamente le natiche fino all'attaccatura della coscia, sono una novità. E anche un bel sollievo dopo ere di intimo sfacciato e velinaro e di chiappe dilaganti.
Gli inglesi, sempre pragmatici, ci confortano con numeri e percentuali. Dopo cinque anni di assoluto dominio, il «thong», il perizoma, ha perso lo scettro di indumento intimo preferito dalle britanniche. Sotto gonne e pantaloni le suddite di Sua maestà indossano mutande a calzoncino. Come le g-string, non segnano il posteriore, ma hanno il vantaggio di essere più comode e di offrire un maggiore sostegno. Le vendite di boy-shorts rappresentano ormai il 60 per cento del totale delle vendite di lingerie della catena Fenwick, che conta grandi magazzini e Londra e nelle maggiori città inglesi. Secondo il Daily Mail, gli analisti della società di ricerca di mercato Mintel hanno calcolato che gli acquisti di tanga e perizomi sono scesi del 14% dal 2003 a oggi, mentre quelli di mutande a calzoncino e culotte sono salite nello stesso periodo del 36%.
Di più: i tabloid ci fanno vedere come Teri Hatcher, la "casalinga disperata" planetariamente più indiviata perchè in odore di affaire con George Clooney, portava i boy-shorts sotto l'abito di seta indossato ai Grammy Awards 2006.
Il perizoma non è debellato, ovvio. Nelle palestre spopola ancora, soprattutto nella versione «training», elasticizzato e ridotto a triangolino con striscioline appena sufficienti a contenere la griffe. O sulle riviste di gossip, quando le sopracitate veline trasferiscono i loro ragguardevoli glutei dal piccolo schermo a qualche spiaggia tropicale, scortate dall'atleta di turno.
Ma la culotte batte il perizoma nel suo unico, conclamato vantaggio. Quello, per dirlo con la Sophie Kinsella di «Sai tenere un segreto?», che fa sopportare fastidi e scomodità: nascondere la visione della biancheria intima attraverso vestiti e soprattutto pantaloni. Le versioni 2006 non lasciano nulla da desiderare in fatto di preziosità. Sono di seta, chiffon, pizzo, con inserti e intarsi, anche a vita bassa per chi non abdica all'ombelico a vista. I boy-shorts più mascolini, in cotone stretch, giocano sull'attrattiva della nuance: giallo, torrone, rosa antico, lo sdoganato lilla.
Nell'estate 2006, dove torna di moda la parola «grazia», la sensualità si intreccia con una impercettibile pudicizia. I calzoncini sono l'intimo più discreto e ammiccante, quello meno scontato. La mutanda in altorilievo sotto gli abiti è bandita da sempre. Ma in più,
ora, c'è qualcosa da scoprire.

martedì 7 marzo 2006

MODA & MODI: quella borsa è anche un po' scialuppa


«Non so cos'altro conterrò domani, o cosa mi verrà tolto. I grandi sogni non li conosco, i progetti a lungo termine non mi appartengono. No, non dirmeli, non li capirei. Ma so che avremo ombrellini pronti per una testa bagnata accanto alla nostra, e fazzolettini di carta per nasi che colano impreparati. E avremo sempre spazio sufficiente per accogliere ogni cosa sua. Siamo belle disordinate larghe generose». E' una citazione da «La borsetta» di Luisella Pacco, uno dei racconti più originali inviati al concorso di scrittura femminile promosso dalla Consulta femminile del Comune di Trieste. Non solo per il delicato e divertente parallelo tra la donna e il suo complemento, la sua estensione più amata, che abbraccia, nasconde, custodisce e raccoglie con inesauribile disponibilità («mi tieni il frontalino dell'autoradio, le chiavi, l'iPod, le sigarette...?»). Ma anche perchè la borsa è l'accessorio irrinunciabile della prossima stagione. Capricciosa ma affidabile, sempre diversa ma incrollabilmente fedele, custode dei tempi, dei modi, delle occasioni dichi la porta.
Provate a sfogliare le pagine delle riviste. Tanti gli abiti preziosi, ma le vere protagoniste sono loro, di pizzo, borchiate o carrozzate, con pendagli e pendenti, dipaglia, rafia, coccodrillo o, le più modaiole, lavorate a crochet (quelle, per intenderci, che fanno rimpiangere alla generazione delle «anta» di essere state così sventate e insofferenti alle lezioni di uncinetto delle suore...).
Il prezzo è sempre importante. Però nelle congiunzioni effimere e passeggere della moda, la borsa dà l'illusione di scavalcare le stagioni e di essere un piccolo investimento sul futuro, anche affettivo. Si sogna il tailleur di Gucci, la camicia costruita di Ferrè, le guaine di Versace, i bustier profilati di sangallo di Dolce & Gabbana (intravisti a Sanremo, in un'edizione che solo i vestiti hanno riscattato dal subitaneo oblio), ma poi si compra la pochette, la shopping bag, la tracolla, il bauletto. Perchè la borsa resiste all'affronto del tempo e in più incuriosisce, cattura, intriga, distingue. E' cicala e formica, utile e narcisa. E dai negozi di modernariato o di seconda mano spuntano ineffabili pezzi vintage, bustine con la catenella, con perline e paillettes, vissute e scalcagnate, o qualche superba Roberta di Camerino dismessa da ingrate proprietarie per la gioia delle cacciatrici di chicche. Come ben sanno le fan di «Sex and the City» anche Carrie emigrata a Parigi per amore si attacca come a una scialuppa di salvataggio alla sua Dior d'antan, ripostiglio portatile di memorie..
Cito ancora dal racconto di Luisella Pacco: «Mettere la mano qui dentro sarà come tornare a casa, il sollievo di un istante, quel tanto che basterà per salvarti, per nuotare in tutti i mari del mondo».
@boria_a