martedì 19 settembre 2006

MODA & MODI

Signori, più gambe!

John Bartlett, primavera 2007

E se avessimo sbagliato tutto? E se i tanto dibattuti bermuda maschili, che ormai punteggiano pimpanti anche le estati dei signori negli «anta», fossero pronti a entrare nel guardaroba ufficiale, sdoganati come capo per tutte le stagioni? Dall'America arrivano segnali poco incoraggianti. Sulle ultime passerelle newyorkesi, accanto a quelle di Kate, Gisele e Naomi, sono comparse «altre» gambe tornite, con caviglia elegante, ginocchio ben modellato, polpaccio lungo e opportunamente depilate. Gambe di uomo (uomo-modello, altra categoria comunque...) che, dalla prossima primavera, almeno secondo le ottimistiche previsioni degli stilisti, non avranno patemi a farsi ammirare da sotto i bermuda, abbinati con camicia, giacca e cravatta.
Incubo da ritorno delle vacanze? Non proprio, se perfino il Wall Street Journal, bibbia dell'alta finanza americana, sentenzia, lanciando il nuovo trend in prima pagina: «La moda detta che l'uomo ben vestito mostri più gambe», salvo poi insinuare un dubbio: «Attecchirà?».
Le collezioni (di Perry Ellis, Michael Kors e Phillip Lim) non hanno lasciato spazio alle mezze misure: shorts per l'ufficio e persino per la sera, addirittura combinati con camicia da smoking a maniche corte. Questo segmento di mercato non è stato ancora sufficientemente saccheggiato e l'obiettivo è quello di suscitare nell'uomo un'insana voglia di «corto» in situazioni formali, proponendogli una vasta gamma di bermuda più rifiniti e in materiali tecnici o preziosi, dal prezzo adeguato.
Difficile ipotizzare un boom repentino, anche se nelle ultime stagioni i calzoncini estivi hanno contagiato categorie insospettabili, abituandoci alla visione di paludati amministrativi che saltellano in giro con evidenti problemi di irsutismo (passi per i bermuda, la ceretta rimane ancora un tabù). Gli stessi compratori americani hanno manifestato un interesse tiepido. Per tutti, il commento di Colby McWilliams, direttore della moda maschile per la potente catena texana Neiman Marcus: «La gente di Dallas resterebbe scioccata a vedere un uomo che gira in giacca, cravatta e shorts. C'è un limite».
Da noi, in bermuda e giacca è già stato avvistato Armani, a una sfilata milanese, ma il suo stile personale stenta a fare scuola (quanti, con pettorali frananti e pancetta, hanno il coraggio di infilare una t-shirt aderente sotto il blazer?).
Per i bermuda, dunque, è prevedibile una strada tutta in salita. Gli uomini sono tradizionalmente renitenti alle provocazioni della moda. La gonna maschile, ormai quasi «noiosa» in passerella, continua a invecchiare solo addosso a Gaultier, proprio come la giacca alla Nehru, sublime temerarietà degli anni Sessanta snobbata alla grande dai consumatori. Calvin Klein, nel giugno scorso, ha presentato a Milano anche un tentativo di perizoma maschile, intravisto sotto pantaloni affusolati a vita bassissima.
Fantaguardaroba? Mica tanto. Se perfino la canottiera leghista, indumento da tamarri per eccellenza, è stata rivalutata ed esportata dalle lande padane alla spiagge chic, non ci sarà da stupirsi se sotto la giacca il manager oserà i, sartoriali, bermudoni da città. E, sotto sotto, magari anche un intimo meno protocollare.
twitter@boria_a

venerdì 8 settembre 2006

MODA & MODI

Un inverno a quadretti
 
Inconfondibile Alexander McQueen
E' incluso di diritto in tutte le classifiche di «must» per i prossimi mesi freddi. Il tartan, il tessuto a quadrettoni che periodicamente rispunta nelle collezioni invernali (l'ultima volta sulla passerella risale solo a un paio d'anni fa), anche quest'anno sarà uno dei pezzi forti del guardaroba, insieme ad altri nobili «ripescaggi» del passato, come cappe e mantelle, tailleur di tweed o di velluto, accessori di vernice.
La tentazione di scavare nell'armadio alla ricerca del tradizionale kilt che «non passa mai di moda», quello che generazioni di studentesse hanno portato col maglioncino di cachemire, la calza colorata e i mocassini lucidi (immortalato in molti film, dove spesso, per la verità, si scopre che la rassicurante gonnellina scozzese nasconde la doppia personalità di una ninfomane assatanata...), è da scoraggiare subito. Se anche un kilt fosse sopravvissuto ai periodici riassestamenti del guardaroba, non fa vintage, ma semplicemente vecchio. E si vede.
L'inverno 2007 si veste di quadri, in tutti i colori e le combinazioni possibili, ma in modi e fogge imprevedibili, irriverenti, sconcertanti. Nessuna nostalgia «british», piuttosto una sfida a reinventare i quadrettoni in capi meno convenzionali, senza aver paura di assemblare tartan su tartan, sempre che, guardandosi allo specchio, si verifichi accuratamente di possedere l'altezza e il peso adeguati ad evitare l'effetto clown.
I più hot sono i vestiti. Sopra il ginocchio e con il collo rotondo, quasi un grembiulino per la scuola, o più elaborati, con maniche leggermente a palloncino e la scollatura a triangolo, o, ancora, con la cintura in vita e le tasche ingombranti, vagamente «punitivi». Chi non teme di assomigliare a un plaid, può scegliere tra pantaloni da motociclista o alla zuava, cappottoni con cappuccio, micro-tailleur dalle gonnelle svolazzanti o lunghe camicie da portare (per temerarie dotate di lunghi e affusolati polpacci...)
sui panta-collant.
Con il tartan, ecco risorgere un altro capo da archeologia della moda, il cosiddetto «scamiciato», che si libera dalla sua connotazione un po' zitellesca e trionfa sulle passerelle negli assortimenti più originali. Lunghi dietro e più corti davanti, con gonne ampie (e talvolta sottogonne bianche che spuntano) e il busto segnato, grandi colli da rivoltare o scollature profonde, gli scamiciati sfoggiano quadri rossi, verdi e avio e si abbinano a stivali e dolcevita morbidi, anche con la mezza manica. Nessun problema di freddo, perchè le braccia saranno protette da un altro accessorio must: i guanti, che saranno però lunghissimi, colorati, hollywoodiani.
twitter@boria_a