martedì 23 gennaio 2007

MODA & MODI

E'  più  intimo in Rete

Lessons in lingerie di Agent Provocateur

Diciamolo. Poche signore si farebbero sorprendere a infilarsi da Beate Uhse o a spulciare con curiosità tra guaine di lattex, culotte pitonate e grembiulini da cameriera dominatrice in puro nylon. Per chi ama l'intimo esplicito, l'acquisto on-line è il modo più comodo, confortevole e riservato di scegliere e dare sfogo alle proprie fantasie.
Capodanno e dintorni - quando l'acquisto della lingerie vagamente perversa tocca il picco annuale - è ormai archiviato, ma il boom dei siti non accenna a sgonfiarsi. Anzi, reggiseni e slip restano i capi più acquistati via internet, e le svendite invernali favoriscono nuove impennate. E non si parla di articoli volgarucci da lap dance di provincia o di porno-soft in rete, ma di raffinatissimi coordinati in pizzo e seta, di sottovesti con incredibili ramage di Swarovski, di nonnulla di seta che costano una fortuna.
Basta un'occhiata all'unico sito italiano in grado di competere con le intriganti vetrine virtuali d'oltremanica e oceano, glam.it di La Perla, che propone spendide linee per tutti i gusti e le stagioni. La collezione più spinta è la Black Label, con corpetti di piume, stole ultra-grafiche come ragnatele appoggiate sul busto, baby doll incrostati in chiffon di seta, reggiseni dalle coppe di tulle stretch ricamate in macramè, che fanno pensare a tutti i possibili utilizzi fuorchè a nasconderli sotto gli abiti.
Gli intenditori del genere conoscono bene il molto più disinibito agentprovocateur.com, griffe di lingerie osè per eccellenza che in Italia non ha negozi. Pur se il sito non offre le commesse mozzafiato che nel punto vendita-boudoir di Soho a New York (un esempio, la filosofila è la stessa da Londra a Parigi a Istanbul a Mosca...) danno una rappresentazione diciamo «plastica» di come vanno portati i capi della maison, sono in molti a farsi scortare dalle virtuali Frida, Purdy, Nikita, Therese del sito alla scoperta di kimoni in pizzo francese e satin, corsetti e reggicalze ricamati, reggiseni a vista con copricapezzoli-gioiello, per finire nel reparto accessori con lucchetti, collari, profumi e una ricca selezione di olii da massaggio (c'è pure una linea intimo «maternità», gratificazione psicologica per mutazioni del corpo non sempre esaltanti...).
Corrono le fantasie e lievita il giro di affari. Il sito inglese figleaves.com, il più spartano e meno appetitoso, registra vendite intorno ai 40 milioni di euro, stessa cifra in dollari dell'americano victoriassecret.com, preso d'assalto al momento delle svendite delle sue collezioni «glamour» e «sexy little things».
E se La Perla, con le sue conturbanti mascherine o borse-manetta si ferma a un'oggettistica da educanda, i siti stranieri affiancano alla biancheria da mille e una notte tutta una serie di accessori per le varie occasioni.
Consultare per credere il lussuoso www.myla.com che, per il suo giocattolo al momento più venduto, «the bone» in resina nera, ha scomodato uno dei più famosi designer inglesi, Tom Dixon, il quale, a sua volta, confessa di essersi ispirato alla forma di arcaici simboli della fertilità... Avveniristico e mimetizzabile, ma le signore preferiscono comunque la discrezione della rete.
twitter@boria_a

The Bone di Tom Dixon

martedì 9 gennaio 2007

MODA & MODI

Autoreggetevi forte

 Pippi Calzelunghe

Autoreggenti o parigine? Entrambe si arrampicano fino a metà coscia, più su le prime, un po' più giù le seconde, ma i loro caratteri sono agli antipodi, come le donne che le scelgono. Diversi gli spessori, i colori, le fantasie.

E soprattutto le fantasie che suscitano in chi le guarda: Silvana Mangano col suo biancore torbido e morbido, o Pippi Calzelunghe su due coscine di pollo multicolor? Sembrano inconciliabili, inaccostabili. Eppure le calze più fashion di quest'inverno (e, per loro fortuna, un inverno che non infierisce...) si attraggono, un po' perfino si assomigliano, sarà per quella porzione di carne che lasciano scoperta, per quell'assaggio di nudità che è un po' come uno sguardo in tralice, o, al più, una strizzatina d'occhio amichevole...
Velate, a rete, con inserti di pizzo, ricami o fiocchi a nascondere la fascia di silicone che le sorregge (e che, diciamolo, con quella freddezza «chirurgica» sulla pelle, mette a dura prova anche le estimatrici...), le autoreggenti, inventate proprio vent'anni fa dalla Dim, hanno dichiarato guerra ai collant in nome delle armi più antiche e collaudate della seduzione.
Quando la casa francese di intimo e corsetteria le lanciò sul mercato, nel 1986 come «calze giarrettiera», fu successo esplosivo, a dispetto delle fan dell'accoppiata minigonna-collant. Bernard Pivot, celebre conduttore televisivo francese, ne scrisse ispirato: «Che calze! Fini, soavi, innocenti e a un tempo erotiche, un'opera d'arte, tentatrici e inaccessibili, sublimi...».

Problemi ce n'erano, eccome. Capitava che si accortocciassero alla caviglia, a tradimento, con un orrendo effetto calzino non pianificato. O che cominciassero a scivolare con lentezza lungo la coscia, fino a scendere in picchiata dopo il ginocchio. Lo fanno ancora dopo un po' di lavaggi, nonostante le correzioni intervenute negli anni, ma la loro carica seduttiva non si sfalda come l'elastico. La fascia di pizzo sempre più alta è fatta apposta per lasciarsi intravedere sotto la gonna, sono irrinunciabili con gli abiti da sera e i tacchi alti, ma ancora più spesso si portano sotto l'insospettabile tailleur, come autografiticazione, segreto da condividere con se stesse come l'intimo di lusso.

Più spiritose le parigine, a metà tra gambaletto e autoreggente, che quest'anno le ragazze hanno adottato su scarpe basse e minigonna di tartan. Coprenti, colorate, fintamente innocenti. Quelle ricercate, di pizzo velato, sono lavorate in modo tale che punta e tallone formino un motivo decorativo per la scollatura del sandalo o della scarpa. Se fatte bene, aderiscono perfettamente e senza la spiacevole gomma che segna la coscia tipo insaccato. E se pure scivolassero un po', potrebbe essere una malizia da Lolita piuttosto che una débacle dell'erotismo...
twitter@boria_a

Silvana Mangano in "Riso amaro"