mercoledì 10 ottobre 2007

IL LIBRO

Lisa Corva, neo-povere ma con glam

Glam Cheap di Lisa Corva (Sonzogno)
Lei, Stella: una colf dell'editoria, una giornalista super-precaria, a ore appunto, che le riviste chiamano quando sono sull'orlo della chiusura del numero, per lo più per riempire didascalie con il nome degli inserzionisti pubblicitari o per identificare marca e costo degli accessori delle «celeb». Lui, ex S-Manager, oggi marito S-Licenziato, sui quaranta, con pochissime speranze di ritornare nel circolo produttivo. In due hanno 999 euro da far bastare per un mese. Ovvero: dimenticare tutta una vita precedente da coppia MB, Milano bene, e inventarsi tutta una vita presente da Nuovi Poveri. Anzi, per dirla con Stella, da Nuova Povera Creativa, ben decisa a non soccombere all'eurostress a colpi di caccia selvaggia all'offerta promozionale e allo sconto last-minute.
E' «Glam cheap» (Sonzogno, pagg. 233) il nuovo libro di Lisa Corva, giornalista triestina (e molto, molto milanese d'adozione), che, un paio di anni fa, ha esordito come scrittrice con il delicato, coinvolgente, divertente «Confessioni di un'aspirante madre». Questa volta non c'è più Emma e la sua vita regolata dalle ovulazioni al centro della storia (anzi, Emma rimane come in un piccolo cameo, è la vicina di casa che vive in pigiama e aspetta la cicogna...), ma la protagonista è Stella, la Ragazza dall'occhio Prezzante, espertissima a riconoscere, in un batter di ciglia, che borsa e quante migliaia di euro portino appese al braccio le tante Victorie-Kate-Sienne-Paris che zavorrano le riviste femminili.
Sarà una Bouvier di Gucci, una Gaucho di Dior, una Kelly o una Birkin di Hermes? Per pochi euro al mese e la prospettiva remota di un'assunzione, Stella guarda, «prezza» l'accessorio e calcola il totale. Dà del tu all'introvabile Coco bag di Chanel, sa tutto su tutte le «limited edition», per cui c'è una vana, disperata, interminabile lista d'attesa, ma non ne ha mai vista una dal vivo. Nè può permettersi l'equivalente «povero» di Zara. Glam per far quadrare il bilancio, cheap per necessità.
Glam cheap, dunque, ovvero manuale di sopravvivenza per giovani adulti senza lavoro e reddito fisso, ma soprattutto sguardo divertito e impietoso sul «backstage» delle riviste femminili, tra direttore «tacchettanti», redattrici smutandate, pierre fameliche, precarie costrette a occuparsi di incredibili «servizi piliferi», ovvero della ceretta della signora Beckham e di tutte le sciampiste «celeb» del mondo.
Che fare per non prosciugare i 999 euro, e, se possibile, per farli arrampicare oltre il limite di povertà? Regola numero uno: tagliare senza pietà. La brioche al bar, il taxi, il sushi consolatorio. Regola numero due: far tesoro di ogni scoperta da Nuova Povera e trasformarla in 'opportunità. Ecco allora Stella addentrarsi nel misterioso e ingannevole mondo dei punti fedeltà (ma servirà davvero una macchina per il pane???), inventarsi una dieta dell'offerta speciale, dar fondo a ogni armadio, suo e altrui, per rivendere tutto al «cheap market», riconvertire la casa in «bed and breakfast», scoprire con orrore che una bottiglietta d'acqua, nella neo-Milano da bere, può costare 1 euro e quaranta, quindi pensare subito a un contenitore design dove occultare la «Sindaco's water», la triestinissima acqua «di spina».
Sophie Kinsella alla rovescia, allora. La sua Becky era una shopaholic, la Stella di Lisa Corva è una discount-aholic. E, a guardarsi bene in giro, anche dove tutto è glitterato, di vite cheap che aspirano ad essere glam ce n'è un sacco. Che dire della «direttora» (chissà se l'interessata - che esiste, eccome - si riconoscerà???) con la Balenciaga tarocca, della serie «Il diavolo veste Zara»? O del ristorante giapponese con i mobili brianzoli e il succedaneo di sushi che si spiaccica nel piatto? O delle ragazze sull'autobus, cheap finte glam, fiere delle loro autentiche Gucci senza più un euro da metterci, accanto alla coetanea glam finta cheap con una smagliante Louis Vuitton che imita le shopping bag di plastica?
Perchè i due mondi si intersecano, anche nella vita vera. I grandi magazzini chiamano star miliardarie come testimonial, le star miliardarie si sollazzano a disegnare linee per chi divora le riviste femminili con le loro foto.


La collezione di Kate Moss per Topshop
 

Le catene «low cost» si rifanno un look stiloso, come l'Oviesse che ha appena aperto, in galleria Passerella a Milano, l'elegante Ovs Industry. Madonna e Kate Moss diventano stiliste per i magazzini H&M e Topshop e la star glam per eccellenza, Sarah Jessica Parker, che a maggio sarà sugli schermi americani con lo strepitoso guardaroba della versione cinematografica di «Sex&The City», lancia la sua linea «Bitten», con abitucci che non costano più di quindici dollari.
Sarah Jessica Parker con "Bitten" (fonte Just Jared)

Ce la farà Stella a salvare dalla bancarotta il suo matrimonio in una città dove accanto al panificio-gioielleria di Princi, con i fornai che lavorano in vetrina ventiquattro ore su ventiquattro per sfornare michette dagli ingredienti esotici, c'è il panificio che vende pane e brioche «last minute», ovvero la produzione semi-rafferma del giorno prima al cinquanta per cento in meno? Dove le macchinette aziendali offrono tristi carotine in busta per giornaliste (con contratto regolare) magre e arrabbiate, mentre nel mercato rionale si vende non solo la verdura che rimane a prezzi stracciati, ma anche abiti a dieci euro senza etichetta (sarà per attaccarci sopra un'autentica D&G?) e un'ineffabile Chen numero 6, versione cinese di Chanel n.5?
E si salverà stella dalla «direttora» che, in un rigurgito giornalistico, vuole «stare sull'attualità» e occuparsi finalmente delle donne nelle stanze dei bottoni, di Condoleezza, di Hillary...: «Per il loro tailleur avranno scelto Donna Karan o Gap? E quel cappottino bianco di Ségolène di chi sarà?...».
Stella si salva, un po' come Emma, l'aspirante mamma che aspetta ancora. Con l'ironia, con la fantasia, abbandonando lo sguardo «prezzante» e ricominciando a guardare il cielo e non più che cosa sta appeso a braccia e gambe delle «celeb». Ricordandosi che non è stata educata per mettere un cartellino su ogni cosa e che basta un anello fatto delle vecchie, care cinque e dieci lire, delle monetine di una volta spazzate via dall'eurostress, per ricominciare a inventarsi il futuro. Magari, proprio come l'autrice in persona, dall'alto dei suoi sandali Caovilla, che entrambe, Stella e Lisa, seppur ridotte alla fame, difenderebbero con i denti da ogni tentazione altrui. Perchè in fondo, a dispetto di tutto, anche una vita neo-cheap va attraversata sui tacchi. E con un tocco di glam.
twitter@boria_a


Lisa Corva fotografata da Melina Mulas

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