martedì 20 novembre 2007

MODA & MODI: che tentazione il carrello virtuale...

Addio «svetrinate» con le amiche. L'acquisto cambia fisionomia e diventa, pericolosamente, no-stop. In rete i negozi sono aperti ventiquattro ore, weekend compresi e per le compulsive sono una vera minaccia: basta un ritaglio di tempo, un collegamento internet, un minimo di dimestichezza con il labirinto dei siti e, naturalmente, una carta di credito, per fare danni ingenti in pochi secondi. Clic sul «carrello» virtuale - che appunto perché virtuale è molto meno inibente di quello fisico - e in pochi giorni, nella discrezione di casa nostra, potremo ricevere di tutto, dalle partecipazioni di nozze personalizzate a un cestino da picnic con il caviale e il patè del celebrato supermercato londinese per gourmand Fortnum & Mason, da un kit per per la nail-art a un gioiello di Tiffany.
Anche la terribile maratona natalizia alla caccia del regalo meno inutile e improvvisato per amici e conoscenti, assume connotati di piacevole rilassatezza: distesi, con un buon bicchiere a portata di mano e un cd ispirante, ci si può inoltrare nei siti specializzati senza dover
fronteggiare la poltiglia impazzita degli shoppers dell'ultima ora. Si valutano i prezzi, si sceglie, si paga, e l'omaggio viene comodamente recapitato a casa del destinatario in dieci giorni o poco più. Si obietterà: e i rapporti umani? Vabbè, la rete ci priva del piacere della consegna del dono, ma ci risparmia anche le facce di circostanza quando non abbiamo indovinato. E comunque, gli auguri e i tradizionali incontri pre-festivi non preceduti da stress, alla fine sono più gratificanti per entrambi.
Siete neofiti dell'acquisto on-line o, già esperti navigatori, volete allungare la vostra lista di negozi preferiti in rete? È appena uscito un utile manualetto di Paola Cicuttini per gli Oscar Mondadori che s'intitola appunto «What women want - I migliori siti per lo shopping online» (pagg. 308, 13 euro), che già di per sé può essere un regalo azzeccato per compratrici annoiate alla ricerca di nuove sensazioni.
Innanzitutto qualche pagina introduttiva per spiegare, rassicurare sulle forme di pagamento, illuminare su come muoversi in ebay, imparare a riconoscere i siti migliori e i venditori affidabili, destreggiarsi con spedizioni e resi. Poi, via libera alle incursioni spendarecce, divise per argomenti. Ci sono i siti per le fashioniste patite della griffe a vista e a tutti i costi, per le affezionate all'eco e biologico anche nei vestiti, per chi è alla caccia perenne di borse e scarpe numerate, per l'intimo, i cosmetici, la casa, i giocattoli, la gastronomia.
Siti notissimi come l'italiano www.yoox.com, un autentico triangolo delle Bermude per acquirenti irrefrenabili (e da quando hanno aperto temporanee sezioni vintage si assiste al singolare fenomeno dei pezzi strappati di mano virtualmente, il che è ancora più triste dello scontro fisico, perché ti privi del piacere di vedere in faccia chi è riuscita a sottrarti quella Gucci d'antan col manico di bambù...), ma anche tante curiosità, come le scarpe per vegetariani osservanti (www.vegetarian-shoes.co.uk), i profumi nella confezione tester, autentici ma senza loghi, per regali a persone con cui si è in assoluta confidenza e con un occhio al portafoglio (www.onlytester.eu), i prodotti professionali per la cura dei capelli col servizio «virtualook», parrucchieri in rete che suggeriscono taglio e colore sulla base delle nostre caratteristiche fisiche (www.planethair.it). Anche per le compratrici «tattili», che hanno bisogno di toccare e provare, lo shopping in rete diventa piano piano una perversione... E si può sempre mandare una mail alle persone care, con la propria wishing list personalizzata: discreta, silenziosa, ma molto diretta.
@boria_a
What Women Want di Paola Cicuttini (Oscar Mondadori)

martedì 13 novembre 2007

MODA & MODI: power cashmere

Non bastavano i tronchetti, i leggins, il grigio da suora, il neo-panterato che s'insinua dappertutto, persino sulle inermi ballerine. In quest'inverno di piccoli e subdoli orrori, c'è pura un'altra minaccia: il ritorno delle spalle imbottite. Ma come, non le avevamo sepolte con gli anni Ottanta e la Milano da bere, con le giacche e quei terribili, legnosi, militareschi soprabiti di pelle? Tutti ricordano Melanie Griffith in «Una donna in carriera», quando faceva le scarpe a Sigourney Weaver, sfilandole la scrivania e un appetitoso Harrison Ford, a colpi di stiletto (prontamente sostituiti in metropolitana alle scarpe da ginnastica) e soprattutto a «spallate» di spallone. Ma era quasi trent'anni fa, l'epoca della Thatcher e delle prime soap torrenziali, quelle Dallas e Dinasty piene zeppe, appunto, di signore con tacchi vertiginosi, rossetti scarlatti, chiome fluenti e tailleur-armatura super-fascianti, sotto cui mostrare i seni (e pure i primi glutei) ritoccati.
Sembra impossibile credere che la nuova generazione di donne in carriera, spesso nemmeno trentenni, voglia adottare il più trito capo del power-dressing e abbandonare abitini, golfini, scaldacuore e camicette, tessuti morbidi e il taglio impero di quest'anno, per tornare a sigillarsi nei tailleur scolpiti, con la vita da Barbie e le spalle flessuose come un attaccapanni. Imitando più che lo stile neo-Jackie di Cecilia (ex) Sarkozy, quello cancellieresco di Angela Merkel o quello di Hillary, la candidata-dominatrice.
E quelle imbottiture, poi, sono davvero archeologia della moda: tristi, posticce, mal attaccate, mai a posto e simmetriche. Come i «pesciolini» che qualcuna si ostina a mettere nel reggiseno, ma quelli, almeno, servono ad arrotondare forme disperse, non a «volumizzare» omeri per riconvertirli in un'arma contundente.
Se tailleur dev'essere, scegliamolo come quello delle quattro ragazze pronte a sostituire Carrie e amiche dell'ormai storico «Sex and The City». La nuova serie si chiama Cashmere Mafia e ha pure la stessa costumista, quella Patricia Field celebre per aver inventato il guardaroba televisivo di Sarah Jessica Parker (molto più originale dei capetti che la poveretta, costretta a essere Carrie per sempre, indossa nella vita vera). Le nuove quattro sono donne in carriera, ma "cashmire" appunto, morbide, sensuali, e indossano tailleur «corporate», aziendali, che sono sagomati, femminili, con giacche sciolte non necessariamente abbinate alla gonna.
Il «power», adesso, sta negli accessori. La borsa (ma per favore, non con il logo a vista) e le scarpe. Un paio di Manolo Blahnik, meglio ancora di Christian Louboutin, sono più «intimidenti» di qualsiasi spalla, per quanto rimpolpata sia.
@boria_a
Le protagoniste di "Cashmere Mafia"