martedì 11 dicembre 2007

MODA & MODI

Riciclo d'autrici

Che c'è di nuovo nella moda? Il vintage. Il recupero e riciclaggio dei fondi dell'armadio è diventato una mania. Si moltiplicano i siti on-line e i mercatini dell'usato, è uscito addirittura un manualetto («Guida al vintage», Morellini Editore, di Laure Gontier e Jeanne-Aurore Colleuille) che insegna come riconvertire l'abito della nonna evitando di sembrare lei. Non è un'operazione facile. 

Facile è cedere alla debolezza di infilarsi il kilt con lo spillone di corno, il robe manteau, la gonnellona a pieghe con il twin-set archiviato dalla mamma, l'abituccio di jersey grigio topo e finire per emanare solo quel triste effluvio di naftalina che denuncia immancabilmente datazione e provenienza del capo, oltre che la nostra scarsa attitudine a fiutare e dissimulare le chicche d'annata.
L'obiettivo sarebbe eguagliare l'effetto glamour della Julia Roberts che riceve l'Oscar per "Erin Brockovich" nel 2001 sfoggiando un Valentino archeologico in velluto nero bordato di raso bianco. Molto più comune è trasformarsi in una delle signore delle vignette di Josè Kollman, borsetta con l'alabarda e cuffia infeltrita comprese.


Il vintage è anche il tema scelto da Ines Paola Fontana e Roberta Debernardi per la collezione invernale del loro marchio «e altro», che - nello storico negozio di tendaggi «Studiocinque» di viale d'Annunzio - propone una serie di accessori per la persona e di arredi per la casa. Pezzi unici, in numero limitato, decisamente non popolari, nati quest'anno da uno «smantellamento» e riassembleaggio fantasioso di vecchi cappotti, giacche, pantaloni, coperte, campionari di tessuti di tappezzeria, pezze di stupende sete anni Sessanta, bottoni di plastica recuperati nei mercatini, di una plastica ormai fuori commercio perchè non resistente al ferro da stiro (www.studiocinqueealtro.com).


È possibile che un ritaglio di pantaloni a quadrettoni marron diventi la balza di un cappello senza sembrare un rattoppo? Che due scampoli di seta a fiori si trasformino in una deliziosa cintura obi? O che un materiale tecnico destinato a far tende prenda la forma di una collana tessile argento e oro? O che dall'utilizzazione non ortodossa di una delle macchine da cucire industriali del negozio spunti un «accessorio» a metà tra la collana e lo scialle, fatto con piccoli quadrati di stoffa dai colori diversi trattenuti da un unico filo, continuo, come una catenella?


Tweed e panni sono irriconoscibili. Tracciabilità impossibile da determinare. Basta uno sprazzo di viola nelle collane o sui cappelli o come interno di una borsa mignon, e gli accessori entrano in sintonia con il colore più «in» di quest'inverno. Le stoffe diventano anche anelli con verette d'acciaio, che una volta consumato il tessuto sono pronte a nuove utilizzazioni. Quelli con i bottoni restano un classico, quest'anno aggiornato nelle tinte: verde bottiglia, marrone, avio, viola. Alla filosofia del recupero si ispirano anche gli arredi per la casa e i
vecchi paltò, i velluti d'antan, o i cotoni di marchi storici rispolverati da avanzi di magazzino degli anni '70, tutti riadattati come cuscini. Chi ha un gusto sicuro può scegliere tra i campionari di sete e farsi confezionare una cintura personalizzata: accostati, questi scampoli a fiori dalle tinte pastose, riescono a trovare impensabili equilibri e a sembrare attualissimi.


Novità di quest'anno sono le sciarpe. In panno di lana per tutti i giorni o, preziosissime e più grandi, in velluto e seta o cachemere e seta: sono trattenute da piccoli lacci o si chiudono infilandone un'estremità in una sorta di manicotto plissettato, così finiscono per diventare coprispalle da sera. La filosofia delle due artigiane-artiste è semplice: «Non dare per scontato che un capo è tornato in auge perchè ha vent'anni, ma reinventarselo con originalità e sensibilità». Il vintage è moda passata di moda, va sempre preso con un po' di ironia...


twitter@boria_a


Una delle cinture di studiocinqueealtro (www.studiocinqueealtro.com)

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