martedì 29 gennaio 2008

MODA & MODI: sedurre con la casalinghitudine

Mrs Beeton's book of household management

Mi cade l'occhio su poche righe del giornale che comunicano la nascita di una nuova associazione cittadina, dedicata alle donne che vogliono riscoprire antichi saperi domestici: come occuparsi al meglio della casa, dell'arredamento, del benessere della famiglia. Trasecolo. E mi viene in mente un articolo del paludatissimo «Financial Times», che alcuni giorni fa dedicava l'intera pagina a un fenomeno editoriale oggi molto in voga negli Stati Uniti: la riscoperta dei libri sulla «casalinghitudine». Niente a che fare con le occupazioni delle massaie disperate nella serie televisiva, il cui passatempo preferito è quello dei rincorrere, arrapatissime, presunti idraulici sui vialetti della provincia americana, nascondendo dietro le tendine storie di sesso e quarti di maschio nel frigorifero. No, proprio le casalinghe autentiche, quelle dell'epoca pre-femminista, il cui compito specifico era creare una casa felice e confortevole per marito e figli e sapere a menadito quali macchie si cancellano con bicarbonato e aceto bianco.
«Mrs Beeton's book of household management», opera di una delle più celebri scrittrici inglesi di cucina, fu pubblicato per la prima volta nel 1861, e oggi, quasi centocinquant'anni dopo, ritorna pimpante nelle librerie in una compilation del «meglio di...». Altri titoli sono ugualmente inquietanti per chi ha la ferma - e datata, pare - convinzione che la parola «management» debba essere usata solo per la vita femminile «fuori» dalle mura domestiche: «The housewife's handbook», manualetto per la donna di casa, «The gentle art of domesticity», «44 Things: my year at home». Suggerimenti espliciti. La casalinga è diventata di moda, sebbene nell'epoca della post-emancipazione, si parli delle sue rispolverate competenze in termini di realizzazione personale, di autogratificazione, non necessariamente di
qualità che devono servire per mantenere (e trattenere) un partner compiaciuto. In sostanza: adesso che le donne hanno una carriera e una retribuzione pari a quella degli uomini, possono tornare a occuparsi con soddisfazione di come liberare gli armadi dalle tarme e tenere una casa curata, senza delegare questi compiti ad altre.
Trend vagamente reazionario? La moda ci si adatta con leggerezza, recuperando dagli anni '50 e '60, quelli della «domesticità» forzosa, bellissime stampe a fiori, gonne ampie o molto fascianti, tentativi di sottogonna, cinture alte che segnano la vita, scarpe col fiocco. I portfolio con le tendenze sono all'insegna di una femminilità sapiente, appena un po' maliziosa: tantissimi abiti, scollature a cuore, tessuti fruscianti, vestitini che paiono grembiuli. La neo-regina della casa mostra con moderazione. Ha sempre tutto sotto controllo, ma non rinuncia alla seduzione. Sono out le spallone, le scarpe a punta, il tacco vertiginoso, la mini ascellare. E anche il nero perde colpi, torna il colore deciso. Non si imita l'uomo nè lo si accalappia nel modo più scontato.
@boria_a
Un modello firmato da Stuart Weitzman

martedì 15 gennaio 2008

MODA & MODI: spartani nell'intimo

Le mutandone di Bridget Jones

E' capitato a tutti di cedere alla tentazione. Vetrina rosso intenso, freni inibitori allentati, shopping compulsivo delle festività. Ritrovarsi con slip e reggiseno color ciliegia in mano, presumibilmente ben auguranti, è più facile di quanto non si pensi, anche per le strette osservanti della biancheria di cotone, bianca, spartana, tre pezzi al prezzo di due. Come si spiegherebbe, altrimenti, che sotto Capodanno anche nelle mercerie di quartiere, quelle che di solito si attengono alla pancere contenitive e alle calze brodose, compaiano push-up aggressivi e mutande interdentali, di solito tinta annuncio coda sull'autostrada, oppure orrendi boxer maschili con babbi natale intenti a compiti molto poco ortodossi. Vi siete sentite cretine e avete guadagnato rapidamente l'uscita con il completino festaiolo? Bene, ne avevate tutte le ragioni. Non solo, se tradizione deve proprio essere, questa lingerie è da buttare, perché mai va riciclata quella dell'anno prima, tanto più se ha favorito qualcosa di così memorabile da augurarsi che accada tutto l'anno.
Ma quello che più intristisce è la classifica stilata dal quotidiano inglese Mail, che ha sondato i pareri maschili sulle preferenze in fatto di biancheria intima femminile. Le mutande striminzite, i reggiseni esaltanti, quei reggicalze così certosinamente allestiti sotto le gonne, per non parlare di guepiere che strizzano e sparano fuori, sono tutta fatica sprecata. Roba da non perderci nemmeno un secondo, tanto meno sborsare porzioni consistenti di uno stipendio normale per assicurarsi il «provocateur» che più non si può. Come sempre l'ormai polveroso «Sex and The City» resta una miniera di anticipazioni: Carrie gira per casa in canottiera e mutandoni maschili, proprio quelli orripilanti di cotone a micro-costine che, se visti addosso al legittimo destinatario, mandano subito in archivio il «conosciamoci meglio». Il film tratto dalla serie, che in America uscirà in maggio, continua la tendenza: sotto la gonna, la protagonista porta mutandoni ascellari, tipo quelli di ordinanza di Bridget Jones che spiazzano e straniano Hugh Grant e pare siano molto più arrapanti dei microslip leopardati custoditi nel cassetto per le grandi occasioni. Non ci sarebbe nulla da stupirsi se fosse questa biancheria contenitiva ad aggiudicarsi il primo posto tra le più gradite dai maschi, tanto più che secondo il «Times» (da quando Fabio Capello è diventato commissario tecnico della nazionale, gli inglesi si occupano molto di noi e dei nostri gusti) il maschio italiano è in crisi d'identità, uno su tre è inguaribilmente «mammone» e preferisce figure femminili rassicuranti piuttosto che aggressive. Niente di più domestico, dunque, che una compagna che riproduce schemi confortevoli e non solleva interrogativi sulla propria adeguatezza e sulle aspettative di lei.
Se non proprio la pancera, in vetta alle preferenze maschili si attesta comunque la biancheria sportiva, bianca, di cotone, zero fronzoli, molto vicina a quella «bloccante» ed elastica per la palestra. Avete il cassetto strapieno di coordinati con balconcini, pesciolini, push-up, triangoli, pizzi, stringhe, veli e trasparenze, reggicalze di seta, sottovesti nere e un'intera batteria di perizomi e brasiliani, ogni centimetro dei quali è stato pagato a peso d'oro? I freddi sondaggi britannici dicono che potete rottamare tutto con allegria. L'uomo medio non vi dedica che il tempo e l'attenzione necessari a toglierli di mezzo il più rapidamente possibile in modo da non perdere l'occasione propizia, alla quale è arrivato con non poche incertezze. Solo eccezioni apprezzano l'adagio secondo cui il «sotto» dev'essere altrettanto ricercato e raffinato che il sopra. E siamo dalle parti della rarità, quando il partner è in grado di regalare un qualcosa che non sia prodotto a Taiwan, di puro nylon e in grado di non farti sembrare una professionista, novità assoluta, esegue massaggi, appena arrivata dall'Oriente.
Pazienza. Riponiamo con mestizia negli appositi sacchetti di velo alcuni «reperti» acquistati in momenti di disorientamento mentale. Ma poi, alla faccia di Times e Mail, non diciamo sempre che i sondaggi sono quelle scemenze da riviste femminili, prive di qualsivoglia attendibilità?
@boria_a